In C-ATENE

Sull’immane lotta dell’  Uno contro Tutti

Ispirato a  TIMONE D’ATENE –  William Shakespeare Spunti da  Max Stirner, E.M. Cioran, M. Sgalambro

di e con  PAOLA TORTORA e con Teodoro Bungaro  e il gruppo di ricerca anno 2015

Stalker teatro -Officine Caos- Arte transitiva 2015 Progetto vincitore del bando residenze creative indetto dalla regione Piemonte anno 2015

Con la collaborazione del prof. Carlo Genova | Ricercatore in Sociologia dei Processi Culturali – Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università di Torino


“ – Che ora è Apemanto? – L’ora d’Essere Onesti ….Signore.”     (Timone d’Atene – W.Shakespeare)

ma l’onestà dell’uomo è sempre contagiata dal potere dell’oro. E così l’agire, vestito solo dei personali interessi, non puo’ che portare a rovinare in sé stessi fino all’estremo rifiuto di ogni relazione umana, ovvero fino alla più convinta misantropia; pericoloso sentimento che genera separazione , distanza che  da forma di difesa diviene attacco. Attacco ottuso alla natura delle cose, il singolo contro se stesso, la famiglia, il branco, le istituzioni, lo stato, la società intera, questo il tema di questa ricerca teatrale.

Uno contro Tutti,è un laboratorio-performance che desidera osservare la lucida, feroce, spietata, pungente, denuncia che Shakespeare rivolge alle più infime bassezze dell’uomo, che soprattutto in collettività perde, invece di rafforzare, ogni senso civile. L’osservazione attinge anche da alcuni autori  che trattano il  conflittuale rapporto fra il singolo  e la moltitudine,come Max Stirner, E. Cioran, M. Sgalambro.

Come singolo che diviene, per tradimento dei suoi più cari amici, misantropo e vendicativo, Timone incarna l’uomo usato, adulato, ferito e deluso, ma anche l’uomo che elargisce sconsideratamente il proprio “tesoro” per compiacimento e vano desiderio di adulazione, azione che degenererà nell’odio verso se stesso. Così Shakespeare, oltre ad indagare sul delicato tema dell’amicizia,  tramite Timone maledice con un linguaggio di straordinaria violenza verbale ed incisiva poeticità,  tutti coloro che rinunciano alla natura umana e alle vere relazioni, per lasciarsi governare solo dai propri interessi, da cui scaturisce adulazione, cupidigia, corruzione, tutti effetti che inesorabilmente “incatenano” la libertà di ogni essere. E così Timone si avvale  della vendetta contro i suoi simili, altro sentimento che in quest’opera non si svela in morte e sanguinamenti, ma attraverso una singolare battaglia di parole, taglienti , disumane, atroci, parole come lame appuntite che nei dialoghi con il cinico filosofo Apemanto raggiungono il massimo del disprezzo e della cattiveria verso il prossimo. Ascoltare queste parole sarà come osservare quelle azioni e “sentirne” l’eco.

Questo studio si è aggiratp quindi intorno alla parola, non intesa solo come suono o concetto, bensì  come carne ferita, come voce corporea, come tangibile arma sonora contro l’egoismo perseverante dell’essere. Un corpo-parola che si fa oggetto, sostanza, materia vibrante, immagine e azione per il risveglio dell’attenzione al tema della misantropia ed alle intricate e subdole vicende umane del mondo contemporaneo. L’attualità del tema è sotto gli occhi di tutti, la misantropia colpisce la maggior parte di noi nei modi più sottili e invisibili fino ad assumere anche le forme di una sorta di misantropia collettiva. Come uscirne? Come ritrovare piena fiducia in sé e nel prossimo, come dare al singolo in rapporto con la collettività, una possibilità di “salvezza”  e non di arido isolamento….?

CONTEMPORANEITA’ E MULTIDISCIPLINARIETA’ L’opera di Timone d’Atene rappresenta uno dei primi esempi di teatro sperimentale dell’epoca, un ulteriore stimolo per invitare la nostra ricerca ad una contemporaneità anch’essa innovativa.

RICERCA PER UN PUBBLICO La fase si ricerca ha previsto momenti di azione condivisa, ovvero l’apertura di brevi sessioni di laboratorio aperte ad un “pubblico preparato” , che divenne parte integrante della sperimentazione, massa testimone dell’oscena denuncia , tutti partecipi singolo e collettività, attore e pubblico, tutti coinvolti  nessun giudice in campo, attore e pubblico cercarono insieme di aprire gli occhi sulle lucide parole di Shakespeare e di farci i conti.

Paola Tortora

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