Fëdor Dostoevskij

La d-rammatica dei sentimenti

Come può un attore riaccostarsi a ciò che più è negato oggi alla nostra società?  
Come può egli riacquisire quell’insieme di convenzioni che danno sostanza viva alle manifestazioni espressive degli uomini parlanti in un dato spazio e tempo?
Dostoevskij ce lo insegna, pagina dopo pagina, rianimando i sensi e rendendo d-rammatica la g-rammatica di tutti i possibili sentimenti umani.

Un percorso di formazione e creazione teatrale che ispirandosi alle opere di Fedor Dostoevskij esplora i sentimenti umani a favore di una ricerca intenta a riavvicinare l’attore alla loro più creativa percezione. Partendo dalle esperienze più elementari (la grammatica) fino a giungere alle più profonde e passionali dimensioni interiori dell’essere, il percorso porta a diverse forme di pratica teatrale
che vintulerateatro offre l’occasione di sperimentare.
Il sogno, la memoria, il corpo, la voce, lo sguardo e la parola in atto,
sono gli strumenti di base del lavoro, messi a servizio della ricerca
di un’azione viva e credibile oltre che “sentita” (in termini prettamente artistici ed espressivi)
.
IL SOSIA ED IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO di Fëdor Dostoevskij
Una ricerca aperta a tutti coloro che desiderano indagare attraverso il teatro
su quanto l’autore esprime in merito alla diversità del singolo rispetto alle moltitudini,
al paradiso rispetto all’inferno, alla vita rispetto alla morte, al sogno rispetto alla realtà.
Di questo sogno ogni partecipante al laboratorio potrà farsi libero interprete.
Il corpo, la voce, l’inconscio, così come la fantasia personale sono tutti strumenti coinvolti per aprire
un dialogo con se stessi, o fra il sé attore ed il sé uomo
o ancora, se si preferisce fra il sogno dell’arte ed il sogno della vita.
Il training, la meditazione, il corpo onirico, la lettura, l’analisi, l’ interpretazione, l’oggetto,
il lavoro in assolo, il lavoro collettivo, il lavoro offre al praticante diverse fonti di approccio
al racconto per poi dare vita ad un possibile confronto creativo fra il proprio sé ridicolo o identico a se stesso, ed il mondo, con un atto compositivo ripetibile, individuale o di gruppo, possibile riflessione poetico-teatrale sui misteri del comportamento umano guidati dall’esperta penna dell’autore.