Il primo studio di questo spettacolo in forma di lettura recitata doveva essere rappresentato il 25 novembre 2020 al festival > Rivoluzioni 
Ma per motivi dovuti all’emergenza covid è stato sospeso.
Si prevede debutto appena l’emergenza covid sarà terminata.


al progetto KOSMOGRAPHIE

CANTO AL QUANTO

Omaggio a Ipazia di stelle mai sazia
● Studio N1 – Lettura Recitata

“ Se mai una Notte serena, quando tutte le Stelle
splendida mostra agli uomini l’Oscurità Celeste;
e non ve n’è una che sia languida, a causa della Luna piena,
ma brillan tutte di vivida Luce attraverso le Tenebre,
se mai , all’osservar il Ciel completamente,
ti scese allora in Cuor…la MERAVIGLIA! ”

Di e Con : Paola Tortora – Voce e Corpo Narrante / Jòzec Cardas – Violino
Scrittura e Creazione – Paola Tortora / Produzione – Vintulerateatro

Ispirato a testi di autori diversi fra cui:
Lucrezio, Parmenide, M.Hack, S. Hawking, S.A.Sabbadini, L.M.Lederman, A.Petta, A. di Soli

Musiche : Adattamenti di Józek Cardas da:
A.Vivaldi, Telemann, F.Mendelssohn , Ysaÿe ,F.J. Haydn, R.Schumann, B. Martinu, Saint Saëns


Contemplare la stupefacente condizione dell’abitare un corpo, immersi in uno spazio-tempo immenso: il cosmo.
Ed, allo stesso tempo, contemplare l’equivalente opposto, l’infinitamente piccolo, particella elementare, invisibile, impalpabile, indomabile. Esplorare macrocosmo e microcosmo, abissi del mistero dell’ “esserci e non esserci”.
E’ forse questo il sogno di Ipazia!?
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“Ipazia d’Alessandria, figlia di Teone, sola sul proscenio del mondo, oggi dice: per la bellezza, la sapienza e la lungimiranza, voglio narrare di ciò che ho visto ed ho sperimentato, dello spazio generato ed immortale, della capacità infinita di  mondi  innumerevoli simili al nostro. Gli dei hanno forse abbandonato questi orizzonti? Un tempo bastavano simulacri, alberi o sassi, ma ora che indaghiamo il Tutto, con mezzi così sofisticati, mi voglio nuovamente interrogare: su come nacque il cosmo e sul suo perdurare, su Leggi di natura umana e celestiale, sui miti delle costellazioni, sul clima della terra, sui terrestri turbamenti, sulle scoperte della fisica classica e quantistica, su ciò che fa la scienza in merito a coscienza, su cosa sia coscienza …in merito al pensare! Sulla poesia dei ‘quanti’ e su tutti noi, amime parlanti! Nell’inimmaginabile desidero viaggiare!”

Questo primo studio sul tema uomo e natura, attraverso la figura di Ipazia è un omaggio ad una donna rivoluzionaria, che prima d’esser ferocemente trucidata nel V secolo d.c. per biechi motivi di potere, dedicò se stessa alla filosofia, alla matematica, all’astronomia e alla divulgazione del sapere. Ma trattasi anche di una lettura recitata, che vuole offrire un’esperienza sonoro-musicale, di tipo puramente sensoriale, grazie all’ascolto di parole e note di alcuni dei più eminenti scienziati, pensatori, poeti e musicisti, che hanno scritto e indagato sull’Infinito.
In quest’epoca di particolare incertezza sulla ricaduta degli effetti del “progresso scientifico” sull’uomo, è forse utile tornare a riflettere sull’originarietà dell’esistenza, riaccendere in noi la meraviglia, quella scintilla di stupore verso l’ignoto, di attrazione e feroce curiosità verso l’insondabile; per riattivare un contatto più autentico e rispettoso, con il senso della bellezza e dell’immensità che ci governa, oggi così sopito. Per tornare a prendere coscienza dei limiti e delle fragilità dell’uomo rispetto al “Tutto”, qui Ipazia recita un’ode alla natura delle cose, per compiere un atto di poetica contemplazione dell’Universo.
Una sorta di “concerto cosmico”, o meglio dire, ‘sconcerto’ cosmico data la sconcertante bellezza alla quale è dedicato. Un’orchestrazione di parola e suono, che prendendo spunto dalla figura della scienziata, pone anche un’accesa riflessione sulla nostra attuale condizione. Ad esempio, sulla scorta di quanto vissuto quest’anno, in merito alla pandemia che ha colpito l’intero pianeta, come ci poniamo noi, nei confronti delle inevitabili e sconvolgenti rivoluzioni degli eventi?
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Questi, i principali temi di una creazione, che vuole fare da contrappunto e controcanto al terrore che minaccia l’uso improprio del “sapere”. Un inno al valore e all’uso adeguato della conoscenza; declamato da una figura che incarna un personaggio storico (tutto da scoprire) portato ai limiti del surreale, che tra lirica follia, ironia e leggerezza, farà da guida in uno straordinario viaggio macro e micro cosmico, fra scienza, mito, ultime scoperte e poesia dell’infinito.

La Musica

La parte musicale dello spettacolo è affidata al Violino che si propone sia in veste solistica che in quella di interlocutore della voce, creando un dualismo con suoni improvvisati ed estratti di brani tratti dal vasto repertorio violinistico. La Musica spazierà dal barocco di Vivaldi e Telemann al classico di Haydn, dal canto romantico di Mendelssohn e Schumann agli slanci ritmici di Prokofiev e Martinu, dai suggestivi pizzicati di Ysaÿe alle struggenti melodie di Bloch, dai colori pastello di Saint Saëns alle caricature di Bernstein e Grofè. La magia del Testo verrà esaltata dai suoni suggestivi di questa sublime arte, l’unica che penetra istintivamente, senza barriere, fino all’essere interiore, emozionale e sensibile, che c’è in ognuno di noi.