#ARISTOFANESwing

#ARISTOPHANESwingShow per ‘donne in fallo’ e ‘pene a venire’   Tratto da “Le Donne al Parlamento” di Aristofane Ideazione progetto Compagnia Rossoinvaligia In collaborazione con   Federica Avallone  Massimo Deodato E con Teodoro Bungaro    Filippo Cropanese  (Attori gruppo ricerca vintulerateatro) Oggetti di scena   Eugenio Müller Costumi  Claudia Tinivella / Showroom MalafemminaTrucco Roberta De Angelini Luci  Paola Tortora  Massimo Vesco  Monica Olivieri

ADATTAMENTO E REGIA PAOLA TORTORA / Vintulerateatro www.paolatortora.it Nell’ambito di Teatrincomune – progetto di formazione e creazione teatrale a sostegno delle compagnie non professioniste

Note di Regia Che l’umano fosse ingordo di cibo, sesso, denaro e potere,  Aristofane lo sapeva già.

Questa commedia di Aristofane mette in evidenza quanto da sempre il mondo sperimenta nel campo della politica e lo fa in termini fortemente scatologici, espediente molto usato all’epoca per divertire gli spettatori. Pare che quest’opera non abbia mai destato particolare interesse, in quanto si dice che l’autore la  scrisse con l’unico scopo, fine a se stesso, d’intrattenere semplicemente il pubblico con sconcezze di ogni tipo.

Eppure proprio questo, apparentemente banale susseguirsi di scenette piene di banali volgarità e impudicizie, mi ha riportato ai nostri più moderni ed attuali format televisivi rendendo l’adattamento decisamente attuale. Ma non solo. A mio modesto parere, la chiave di s-volta della lettura di questo testo, si cela in tre inquietanti figure che ad un certo punto danno corpo a tre veleni dell’umano agire: Lussuria, Denaro, Potere.

In contrappunto a tutto ciò c’è il CORO, popolo contraddittorio, al contempo sveglio ed assopito, che grida alla salvezza ma è anche complice di ogni infamia. Gli eterni inascoltati, i cittadini, che in continua metamorfosi si fanno maschera e poi figura, oggetto e poi struttura, a simbolo di una città che di era in era si sgretola e si ricostruisce sulla base degli stessi malefici principi: egoismo e profitto personale, hainoi argomenti triti e ritriti. Così in questa scena neutra, antico e moderno si fondono in uno Show che si consuma a “ritmo rapido, come piace alla gente” , fino a giungere ad un epilogo del tutto sorprendente, in cui la frenesia ironica ed impertinente, si scontra con l’Obelisco del Potere, che tutto logora, assorbe, divora.

Ecco che la commedia, che l’autore dipinge sullo sfondo di una straordinaria ed impossibile utopia, da satira si fa tragedia, un allegro balletto sugli eterni mali del mondo, che cambiano forma alla politica ma non sostanza, in questa eterna, continua oscillazione (SWING) fra uomo/donna, destra/sinistra, male/bene,  privandoci di ogni stabilità e sviluppo!  “Ma come” starete pensando voi, “siamo ancora a questo?! Ancora a parlar dei soliti inciampi?”   Purtroppo Si! Ma il peggio è che ad oggi, nonostante tutto, nessuno è mai caduto abbastanza per imparare a rialzarsi e cambiare!   Paola Tortora 

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